E’ strano ma i giocatori della Lazio non hanno avuto molta fortuna in Nazionale. Non penso solo a Ciro Immobile ma mi riferisco anche a tanti simboli della Lazialità del passato. Penso a Giorgio Chinaglia a Vincenzo D’Amico e a Beppe Signori. Tre campioni che avrebbero meritato una storia diversa in Nazionale.
Se quelle di Giorgio Chinagli e Vincenzo D’Amico le ho vissute solo per sentito dire quella di Beppe Signori me la ricordo benissimo avendola vissuta in prima persona. Ancora adesso sembra inspiegabile che il 3 volte capocannoniere di Serie A abbia avuto così poco spazio in Nazionale. E ricordiamo che erano gli anni 90 anni in cui la Serie A era il campionato più bello e più forte del Mondo.
Insomma essere capocannonieri in Serie A all’epoca significava essere veramente dei campioni, essere capocannonieri con una squadra che lottava per la Coppa UEFA e quindi non aveva una squadra di fenomeni intorno era ancora più difficile. Il problema di Beppe Signori è stato Arrigo Sacchi.
Zemanlandia il primo anno di Zeman alla Lazio
L’ex allenatore del Milan era stato preso dalla Nazionale per portare l’Italia a vincere il Mondiale, strapagato Sacchi aveva piena libertà di azione. Fissato sul 4-4-2 che tanto successi gli aveva portato in rossonero, Sacchi non comprese che le tattiche sono importanti ma vanno adattate ai giocatori. Beppe Signori era il bomber della Nazionale ma Sacchi non lo vedeva adatto al suo calcio.
Signori, ala nel 4-3-3 di Zdenek Zeman e seconda punta nel 4-4-2 di Dino Zoff nella Nazionale di Arrigo Sacchi si ritrova esterno di centrocampo nel 4-4-2 sacchiano, una scelta difficilmente comprensibile che limita il talento laziale. Sacchi vuole un attaccante piccolo di solito Roberto Baggio e un centroavanti vero ma non può ovviamente mettere in panchina il tre volte capocannonieri della Serie A per cui lo mette centrocampista esterno sinistro.
Signori pur di giocare in Nazionale accetta il ruolo, ma è evidente che così non può andare. Ai Mondiali del 1994 l’Italia è una delle favorite, e Beppe Signori è ancora una volta il capocannonieri della Serie A con 23 reti in 24 partite, una media mostruosa. Non solo, nelle ultime 3 amichevoli prima del Mondiali Sacchi lo schiera di punta e Beppe segna 3 goal. E’ evidente che in quel ruolo può fare benissimo, ma Sacchi è rigido e si vede che non è contento di questo tripudio di Signori. Contro l’Irlanda a furor di popolo Sacchi schiera l’attacco Baggio-Signori. L’Italia va sotto e per Sacchi non ci sono dubbi, il colpevole è Signori. All’intervallo Sacchi mette dentro Massaro e “retrocede” Signori a centrocampo. L’Italia perderà quella partita anche grazie alla scelta di Arrigo Sacchi.
Beppe Signori e il Calcioscommesse
Contro la Norvegia Signori gioca esterno di centrocampo, Pagliuca si fa espellere, l’Italia resta in 10 Signori fa una partita mostruosa e regala anche l’assist per il gol vittoria. Sacchi però non è contento e nei quarti e in semifinale lo mette in panchina. Per la finale Baggio non sta bene, e Signori potrebbe ritrovarsi finalmente non solo titolare ma anche in attacco ma Sacchi all’ultimi decide di rischiare Baggio. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, Signori si arrabbia e litiga con Sacchi. Così l’allenatore decide di non farlo neanche entrare in finale. Un autogoal che ci costerà caro visto che Signori è un rigorista perfetto e in finale l’Italia perderà proprio ai rigori.
Qualche giornale romano giustamente “condanna” Sacchi spiegando che la decisione di non mettere in attacco Signori è una scelta folle. Lo stesso Arrigo Sacchi anni dopo ammetterà che su Signori ha sbagliato. Anche Beppe Signori in una recente intervista ha detto che l’unica cosa della sua carriera che non rifarebbe è quel litigo ai Mondiali con Sacchi. Un peccato perché forse Beppe Gol ci avrebbe regalato un Mondiale ma non bisogna dimenticare che non mettere in attacco il 3 volte capocannoniere di Serie A è una scelta che ancora adesso si fa fatica ad accettare.