Alessandro Nesta dalla Lazio al Mila

Nel mondo del calcio, ci sono momenti che rimangono impressi nella memoria collettiva degli appassionati, e il trasferimento di Alessandro Nesta dalla Lazio al Milan nell’estate del 2002 è sicuramente uno di quegli episodi epocali che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dei tifosi biancocelesti. Il 31 agosto di quel 2002, le due squadre raggiunsero un accordo che avrebbe cambiato il destino di uno dei difensori più talentuosi e iconici del suo tempo, ma avrebbe anche segnato il declino di un grande club della Capitale.

Per me quello rappresenta l’addio più doloroso di sempre, più di Milinkovic Savic o di Beppe Signori, più duro d’accettare del addio di Signori o della fuga di Roberto Mancini. Niente mi fece più male di vedere il mio capitano andare al Milan.

Alessandro Nesta era ormai un nome consolidato nel mondo del calcio italiano e internazionale. Cresciuto nelle giovanili della Lazio, aveva dimostrato fin da giovane un talento fuori dal comune nel ruolo di difensore centrale. La sua abilità nel leggere il gioco, il tempismo nei tackle e la capacità di anticipare gli avversari lo avevano reso uno dei difensori più ambiti e rispettati. Aveva contribuito in modo significativo alle vittorie della Lazio, inclusa la memorabile stagione 1999-2000 in cui il club romano aveva conquistato il “doppio” – Campionato italiano e Coppa Italia.

Tuttavia, nonostante il suo amore per la maglia biancoceleste e il forte legame con la tifoseria, il destino di Nesta stava per prendere una piega inaspettata. La Lazio, infatti, stava attraversando un periodo di crisi finanziaria che aveva messo a rischio la stabilità del club. Le cessioni di giocatori di rilievo sembravano inevitabili per far fronte alle difficoltà economiche. E così, nell’estate del 2002, il Milan di Carlo Ancelotti, una squadra all’apice del suo ciclo di successi, colse l’opportunità.

Guerino Gottardi il gregario decisivo

La trattativa fu avvolta da un’aura di segretezza e tensione, alimentata dalla consapevolezza che un giocatore del calibro di Nesta avrebbe potuto cambiare le sorti di una squadra. I tifosi della Lazio erano preoccupati dalle tante voci che circolavano di una possibile cessione di una bandiera del club. Cragnotti aveva dichiarato quella estate che Nesta non si sarebbe mosso per meno di 60 milioni. Noi tifosi eravamo “rassicurati” da quelle dichiarazioni perché nessuno in Italia poteva permettersi quella spesa, ma allo stesso modo le voci non smettevano, si parlava di Inter con Moratti pronto a fare follie per il nostro capitano. Ma non fu l’inter a prenderlo.

l 28 agosto il Milan riuscì a passare il turno di Champions contro lo Slovan Liberec, guadagnandosi così i soldi per riuscire almeno a fare una telefonata alla Lazio. Galliani chiamò Cragnotti mettendo sul piatto 30 milioni. L’offerta era bassa e Cragnotti disse di no, ma Capitalia che ormai aveva preso il controllo della Cirio e ormai della Lazio, costrinse il Patron della Lazio ad accettare quella offerta,  promettendo che quella cessione avrebbe salvato il Club. Poi la storia ci ha invece detto che non fu così, che la cessione del nostro capitano non era fondamentale ne necessaria.

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E così, il 31 agosto 2002, il trasferimento fu ufficializzato. Alessandro Nesta lasciò la Lazio dopo oltre un decennio di fedele servizio e si unì al Milan per una somma di circa 30 milioni di euro, un regalo a quelle cifre. Lo stesso giocatore non si aspettava una soluzione del genere, Nesta non voleva lasciare la Lazio, il suo club del cuore, ma lo fece per salvare la Lazio, o almeno questo gli fu detto. La notizia scosse il calcio italiano e lasciò un vuoto nei cuori dei tifosi della Lazio. Nessuna cessione fu più dolorosa dell’addio di Alessandro Nesta

Quello momento segnò la fine della stagione d’oro della Lazio. Nesta non era solo il miglior difensore, ma rappresentava per noi Laziali molto di più, il capitano, il Laziale nella Lazio, cresciuto e diventato campione con l’aquila sul petto. Dopo l’addio di Nesta nessuna cessione provocò mai lo stesso dolore

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la Lazio iniziò a perdere spessore dopo la partenza di Nesta. Il vuoto lasciato dalla sua assenza fu difficile da colmare, e il club romano iniziò a scivolare lentamente in classifica.

L’addio di Alessandro Nesta dalla Lazio rappresentò quindi non solo una cessione di un giocatore, ma segnò anche un punto di svolta nella storia di entrambi i club. Il Milan rafforzò la propria supremazia, mentre la Lazio dovette affrontare sfide e difficoltà inaspettate. Il calcio, in questo caso, dimostrò ancora una volta la sua natura ciclica, fatta di alti e bassi, di trionfi e sconfitte.

Oggi, guardando indietro a quella calda giornata del 31 agosto 2002, il trasferimento di Alessandro Nesta dal cuore della Lazio al cuore del Milan rimane un momento di riflessione nel mondo del calcio. Simboleggia l’eterna lotta tra il dovere finanziario di un club e il legame passionale tra un giocatore e la sua maglia. Rappresenta la cruda realtà che anche i calciatori più amati e iconici possono trovarsi ad affrontare cambiamenti imprevisti nel corso della loro carriera.

In definitiva, il trasferimento di Alessandro Nesta dal calcio della Lazio a quello del Milan nel 2002 rimarrà una delle pagine più doloroso nella storia di noi tifosi biancocelesti, un capitolo che ha plasmato il destino di due club e ha lasciato un’impronta duratura nel ricordo di tutti coloro che amano questo sport.

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